Il mio 7° anniversario con Facebook

Questo il primo post che ho trovato oggi (22 gennaio 2016): sulla mia bacheca di Facebook:

7 anni su Facebook
Hai effettuato l’iscrizione a Facebook esattamente 7 anni fa. Grazie per aver deciso di far parte della nostra comunità, Annalisa!”

Grazie a te per avermi fatto scoprire un mondo nuovo, una vera rivoluzione nella mia vita, come in quella degli altri 1,4 miliardi di utenti nel mondo”.

Leggo spesso – su Facebook – delazioni e critiche al social network e al suo fondatore e trovo che si tratti del solito “sputare nel piatto dove si mangia”. Ci piace la possibilità che Facebook ci dà di comunicare col mondo in tempo reale, di accorciare le distanze come mai era stato possibile prima, a volte di metterci in mostra in modo più o meno appropriato… Accusiamo però Zuckerberg di volerci rubare la privacy.

Sapete una cosa? A violare la nostra privacy siamo proprio noi!

Siamo noi che decidiamo cosa pubblicare e con quali impostazioni (chi è su Facebook può controllare qui le relative impostazioni): se decidiamo di pubblicare la nostra foto ubriachi rendendola visibile al mondo, è colpa nostra o di Zuckerberg?

Veniamo profilati per ricevere pubblicità mirata? Che male c’è? Cercavo un sacco nanna per un bambino di 2 anni e non lo trovavo nei negozi, Facebook me l’ha mostrato sulla bacheca: era proprio quello che mi serviva in quel momento.

Occupandomi di web marketing mi capita anche di essere io l’inserzionista pubblicitario ed è fantastico: mai prima d’ora è stato così semplice ed economico raggiungere il proprio target in modo davvero mirato!

Se poi non vogliamo ricevere un determinato tipo di inserzioni, Facebook ci consente di esprimere le nostre preferenze in merito a ciò che riteniamo opportuno ci sia mostrato.

Non dimentichiamo che i social network sono dei potenti strumenti di comunicazione che ci vengono forniti in modo gratuito. Come ho detto già altre volte, non possiamo pretendere che qualcuno lavori per noi senza ottenere niente in cambio. I nostri dati personali – peraltro quelli che scegliamo noi di fornire – sono la merce di scambio.

Uno scambio di cui dobbiamo essere consapevoli e che a mio parere è del tutto equo.

Facebook mi ha permesso di ritrovare e rimanere in contatto con amici che non vedevo da anni, persone che hanno condiviso con me un pezzo di vita e che ho sempre portato nel cuore, ma con le quali non sono stata capace di mantenere un rapporto per tanti motivi: lontananza geografica, impegni crescenti, anche pigrizia… Grazie a Facebook le ho ritrovate, posso seguire un po’ il loro quotidiano e qualcuna di loro ho avuto anche l’opportunità di ricontrarla.

Ancora grazie a Facebook ho conosciuto nuove persone con cui condivido interessi lavorativi o personali e, non ultimo, mi si sono aperte nuove entusiasmanti prospettive di lavoro.

E’ tutto così roseo? No, le deviazioni possono esserci: spesso si perde troppo tempo sui social network o se ne fa un utilizzo sbagliato, ledendo la propria e l’altrui privacy o utilizzandoli in modo aggressivo ed inappropriato, costituendo a volte anche una valvola di sfogo per le proprie frustrazioni.

Si tratta pur sempre di strumenti che non sono buoni o cattivi a-priori, ma lo diventano in base a come noi decidiamo di utilizzarli.

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